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Italian Hackers’ Embassy @ CCCamp 2019

 “Tutte le creature sono le benvenute:

un promemoria per essere eccellenti uno con l’altro”.

The Rocket @ CCCamp2019

Vi starete chiedendo dove i mie fedeli anfibi mi hanno accompagnato questa volta?

Esiste un luogo vicino a Berlino, dove Hacker , programmatori, mediattivisti, astrofili, esperti di cyber security, makers e creativi di ogni sorta ed ogni ispirazione, trascorrono una settimana, che comunemente viene cerchiata sul calendario come “Ferie”,  armati solamente del loro fedele computer, saldatore, o di tutti i loro spippolamenti vari che neppure “voi umani potete neanche immaginare”.

Si tratta del CCCamp , acronimo di Chaos Communications Camp.

Non è solo un semplice raduno HACKaro, ma un vera e propria contaminazione fra le diverse anime, e culture delle comunità hackers europee e internazionali.

Per comprendere meglio l’incipit della mia storia vissuta in prima persona:

-Il CCC si descrive come “una comunità galattica di forme di vita, indipendente dall’età, dal sesso, dalla razza o dall’orientamento sociale, che si sforza oltre i confini per la libertà di informazione …”. In generale, il CCC sostiene una maggiore trasparenza nel governo, la libertà di informazione e il diritto umano alla comunicazione. Sostenendo i principi dell’etica degli hacker , il club si batte anche per un accesso universale gratuito ai computer e alle infrastrutture tecnologiche, nonché per l’uso di software open source. [..] È stata definita come “… una delle organizzazioni digitali più influenti in assoluto, [..] , dell’ hacktivismo e dell’intersezione di qualsiasi discussione sui diritti democratici e digitali”.-

Queste sono alcuni informazioni, che ho assemblato e che potete approfondire sui loro canali ufficiali.

[ https://events.ccc.de/ ]

Cos’è un’embassy? E cos’è Italian Hackers’ Embassy?

Italian Hackers’ Embassy è il punto di aggregazione e incontro della comunità hacker italiana, all’interno degli hacker camp europei ed eventi.

L’iniziativa è organizzata in modo collaborativo e si auto-sostiene tramite contributi volontari.

Italian Hackers' Embassy

Mi sono sentita immersa in una dimensione pensata ideata e sviluppata per sorprendere.

Mi sono lasciata trasportare dagli stimoli, dalle idee e dalle creazioni di persone anche distanti dal mio modo di essere, di pensare o di credere.

L’impatto visivo è stupefacente, soprattutto quando il crepuscolo trasforma un’apparente campeggio, ( seppure un chaos coinvolgente di lingue e colori diversi fra di loro – famiglie , cani, gatti e tartarughe al seguito), in una dimensione ultraterrena.

Far parte dell’Italian Hackers’ Embassy, significa condividere, e mettere a fattore comune le proprie competenze, conoscenze e la propria persona senza preclusioni ne formalismi.

Il motto di questa settimana è stato infatti “no judgment” 😀 

Ed ecco, potevi ritrovarti a cucinare pasta, raccogliendo i complimenti di chi un’ ”Italian Pasta” l’aveva assaggiata solamente su youtube o condividere ed improvvisare un dj set con musica italiana 😀

Condurre talk su cyber security, digital rights, hacking o fotografia è il modo per partecipare attivamente ad una community, che grazie a tutti i membri si ritrova a far parte di una rete più ampia ed estesa che è riuscita a coinvolgere 5000 persone in soli pochi giorni dall’uscita dei faticosi ticket ad aprile.

Nell’Italian hackers’ embassy esiste un filo conduttore che è “il bene incondizionato”.

Ti senti incluso senza rinunciare alla tua dimensione, senza obblighi ma con impegni che spesso partono da molto lontano perchè nulla è lasciato al caso.

Questa inclusione si è percepita sin da subito quando norvegesi e olandesi hanno contribuito attivamente in cucina facendo una sorta di gemellaggio Italia – Olanda aggiungendo al nostro menù il loro dolce tipico olandese durante il party finale.

Dalla logistica, al buildup, all’organizzazione di tutte le attività e di tutte le mille sfaccettature e soprattutto nel take down dove si smonta tutto e si ricarica il furgone.

Ringraziare singolarmente significa correre il rischio di dimenticare qualcuno e anche chi ha lavorato nell’ ombra e quindi intonando “Italian Grappa” vi ringrazio tutti e ci meritiamo un bell’applauso.

È stata la mia prima volta. Ma è come se ne avessi sempre fatto parte.

Alla Belgian Embassy c’era il villaggio dove Mitch Haltmann organizza tutti gli eventi di saldatura e ho acquistato il TVBgone con cui spegnere con un click una intera parete di televisori in un negozio di elettronica di consumo 😛 

Tv-B-Gone Kit

Vedere così tanti led, transistor e resistenze per me è stato come ritornare a casa.

Parlando con i ragazzi dell’embassy e scoprire che molti sono cresciuti con nuova elettronica, è stato un momento di piccola emozione personale nel ricordo di quella persona, Giuseppe Montuschi, che da bambina vedevo ideare e scrivere proprio quella rivista, e che chiamavo nonno.

Mi piace pensare che quel sogno, che negli anni 70 era una sua visione, oggi è una realtà, che in fondo ha cambiato (con molte altre persone come lui) una piccola grande parte di tutte le nostre vite.

Clicca qui

Posted in CCCamp 2019, Blog

1 commento

  1. toni
    3 anni ago Permalink

    Passare qui per caso, e scoprire che si sua nipote… Avanzi (in suo onore) un birra. o quel che più vorrai

    Rispondi

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